La Corte torna a ribadire che se la critica è funzionale alla disapprovazione del comportamento altrui non si configura alcun reato. Infatti, anche se la singola parola potrebbe essere oggettivamente offensiva, se utilizzata in un contesto in cui è insostituibile per manifestare il pensiero critico, il reato non si configurerebbe. L'importante è che la singola parola non venga utilizzata unicamente con scopo offensivo.
Nel caso concreto l'ex moglie, scoperta una relazione extraconiugale del marito, lo aveva criticato nell'ambito della stretta cerchia famigliare.
E' quindi compito del Giudice valutare caso per caso il contesto in cui è stata pronunciata e la finalità dell'utilizzo di detta espressione.