La Suprema Corte ha più volte osservato che la detenzione di alimenti congelati o surgelati all'interno di un esercizio commerciale, senza che nella lista delle vivande sia indicata tale qualita', integra il reato di tentativo di frode in commercio, atteso che tale comportamento e' univocamente rivelatore della volonta' dell'esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita (Sez. 3, n. 5474 del 05/12/2013, dep. 2014, Prete, Rv. 259149; Sez. 3, n. 23099 del 13/04/2007, Cambria, Rv. 237067) sicche' anche la mera disponibilita' di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menu nella cucina di un ristorante, configura il tentativo di frode in commercio, indipendentemente dall'inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore (Sez. 3, n. 6885 del 18/11/2008, dep. 2009, Chen, Rv. 242736).