Secondo la Suprema Corte di Cassazione (sentenza n. 22579/19), configura “la lesione rilevante per il delitto di maltrattamento di animali, ex art. 544 ter, in relazione all’art 582 C, C.P., l’omessa cura di una malattia che determina il protrarsi della patologia con un significativo aggravamento fonte di sofferenze e di un’apprezzabile compromissione dell’integrità dell’animale”.
Nel caso di specie, il proprietario aveva sostanzialmente abbandonato il proprio cane, il quale versava in uno stato di completa incuria che aveva cagionato notevoli sofferenze all’animale tanto da rendere necessario un immediato intervento chirurgico posto d’altronde che la malattia si protraeva da molto tempo.
La Corte afferma quindi il principio secondo cui la nozione di “lesione” di cui al reato di maltrattamento di animali, seppur non sia sovrapponibile a quella di cui all’art 582 C.P., implica in ogni caso un’apprezzabile diminuzione della originaria integrità dell’animale e può altresì riscontrarsi anche in caso di “aggravamento di una malattia preesistente”.
In sostanza, quindi, il protrarsi della malattia senza adeguate cure per limitarla o debellarla, configura le lesioni rilevanti ex art 544 ter C.P.