La configurabilità dell'esimente della legittima difesa deve escludersi nell'ipotesi in cui lo scontro tra due soggetti possa essere inserito in un quadro complessivo di sfida giacche', in tal caso, ciascuno dei partecipanti risulta animato da volontà aggressiva nei confronti dell'altro e quindi, indipendentemente dal fatto che le intenzioni siano dichiarate o siano implicite al comportamento tenuto dai contendenti, nessuno di loro può invocare la necessita' di difesa in una situazione di pericolo che ha contribuito a determinare e che non può avere il carattere della inevitabilità (Sez. 1, n. 365 del 24/09/1999 - dep. 2000, Polichetti, Rv. 21513701).
Inoltre costituisce orientamento consolidato, nell'elaborazione giurisprudenziale della Suprema Corte, che lo stato d'ira determinato dal fatto ingiusto altrui, richiesto per la configurabilità della provocazione, consiste in un'alterazione emotiva che può anche protrarsi nel tempo e non deve essere in rapporto di necessaria immediatezza col fatto ingiusto (Sez. 1 n. 47840 del 14/11/2013, Rv. 258454): il dato temporale della provocazione, dunque, deve essere interpretato con elasticità (Sez. 1 n. 16790 dell'8/04/2008, Rv. 240283), e l'immediatezza della reazione deve essere intesa in senso relativo, con riguardo alla situazione concreta, in modo da non esigere una contemporaneità che finirebbe per limitare la sfera di applicazione dell'attenuante e di frustarne la ratio (Sez. 5 n. 8097 dell'11/01/2007, Rv. 236541); consegue che l'attenuante della provocazione può essere concretamente riconosciuta anche quando la reazione iraconda esploda a distanza di tempo, in occasione di un episodio scatenante (anche, apparentemente, minore), quale effetto di un accumulo di rancore sedimentato dalla reiterazione di comportamenti ingiusti (Sez. 1 n. 51041 dell'8/10/2013, Rv. 257877), configurando la provocazione c.d. "per accumulo".